Il precipizio visivo: un esperimento sull’influenza ed il potere materno

Un bambino è programmato per rispondere, stringere un legame e amare la madre in modo tale da garantire la propria sopravvivenza. È noto da tempo come un neonato sia in grado di distinguere la voce della madre dalle altre e la preferisca, ma lo studio recente di Barbara Kisilevsky dimostra che, anche in utero, un bambino al termine della gravidanza reagisce alla voce della madre ed è capace di distinguerla da qualsiasi altra voce femminile.

Mamma! Sei tu!

Per l’esperimento sono state registrate le frequenze cardiache di feti quasi al termine della gestazione ai quali venivano fatte ascoltare due voce impegnate nella lettura di una poesia, delle quali una apparteneva alla madre e una ad un altro soggetto di sesso femminile, alternandole. Mentre la voce della madre suscitava una frequenza cardiaca aumentata, l’ascolto di una voce sconosciuta o non produceva nessuna reazione rilevante.

Un neonato riconosce la madre anche dal suo odore e, come ha dimostrato uno studio giapponese, anche un bambino di soli cinque giorni può trarre conforto da un odore che gli ricorda la madre. Prima e dopo la puntura al tallone, i neonati sono stati esposti all’odore del latte materno, a quello del latte di un’altra donna o all’odore del latte in polvere per neonati. I bambini che annusavano il latte della madre reagivano meno intensamente al dolore della puntura ed erano apparentemente confortati dal profumo; questo non avveniva per i bambini esposti al latte di un’altra donna o al latte in polvere.

Tutti questi risultati oltre ad altri a cui non ho fatto cenno testimoniano la connessione profonda e innata di un bambino con la madre fin dalla nascita, ma si tratta, se parliamo di comportamento istintivo, di una strada a senso unico.

L’amore materno è, soprattutto, un comportamento acquisito

A dispetto del mito culturale che circonda la maternità, la cura materna è un comportamento acquisito negli esseri umani e benché esistano alcune risposte fisiologiche che sono innate (come la montata lattea quando risuona il pianto del bambino), la connessione che la madre sente verso la figlia non è automatica o “programmata” ma viene configurata dall’idea di sé che la madre ha, le sue esperienze di vita (compresa la sua stessa infanzia), e la sua personale risposta a questa nuova identità: quella di “madre”.

Detto con parole diverse, è un copione all’interno del quale l’attenzione ed il bisogno di una delle due parti – il bambino –  sono garantiti, ma il comportamento della madre non lo è.

Il bisogno di considerazione ed affetto da parte del neonato solitamente è soddisfatto da una risposta equivalente in termini di amore e sintonia, attenzione e cura, e una consapevolezza del ruolo chiave che la madre giocherà nella vita della figlia. Ma molto spesso le cose non vanno in questo modo.

Le figlie di madri che non sono in sintonia o che non hanno formato un solido legame svilupperanno di conseguenza uno stile di attaccamento incerto.

Il potere delle madri

L’influenza ed il potere che una madre ha sull’infante è enorme. Un esperimento denominato “Precipizio Visivo” ne presenta una visione molto chiara di questo fenomeno.

L’esperimento fu in origine progettato da Eleanor Gibson e Richard Walk per testare lo sviluppo della percezione della morte negli animali e nei bambini e per rispondere alla domanda riguardante il fatto che la percezione della profondità fosse innata o acquisita.

Il “Precipizio Visivo” consisteva di una lastra di Plexiglas su di un pezzo di tela a scacchi; mentre all’inizio la tela era posizionata direttamente sotto il plexiglas, successivamente veniva abbassata di circa un metro e mezzo, creando un precipizio “visivo”. I bambini venivano posizionati sul lato col dislivello minore mentre la madre sul lato con maggiore dislivello, o viceversa. Questo evidenziò il fatto che i bambini percepivano davvero la diversa profondità, tanto che la maggior parte di essi si rifiutava di attraversare la discesa per raggiungere il lato più profondo.

Un altro esperimento condotto da James Sorce e altri studiosi approfondì ulteriormente la ricerca. L’espressione della madre avrebbe potuto fornire una soluzione alla situazione ambigua in cui la bambina si trovava? Dopotutto, i suoi occhi le stavano dicendo che il dislivello fa paura; le sue ginocchia invece che la superficie è stabile. Bene, davanti ad una madre sorridente che affermava “Va tutto bene, tesoro!”, il 74% dei bambini attraversava il “precipizio”. Ma lo sguardo di una madre arrabbiata o stressata è stato abbastanza da fermare il percorso del 100% dei bambini. In generale di fronte all’ambiguità, la bambina guarda in modo naturale alla madre perché le fornisca una soluzione. Questa è l’influenza materna e il potere della madre riassunto in poche parole.

Una cosa è molto, molto chiara: la madre è la stella polare della bambina, nel bene o nel male. Leggerà il mondo nel quale vive interpretando il volto di sua madre.

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